Tanti Pos, ma 4 su 5 scelgono i contanti | BANCOMAT®

L' anomalia italiana: tanti Pos, ma 4 su 5 scelgono i contanti

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Siamo primi nella Ue con 3 milioni di terminali ma li usiamo poco. «Paura delle frodi e dei controlli» - Il Corriere della Sera, 29/09/2019

Roma. Oltre 111 milioni tra carte di credito, debito e prepagate.

Oltre tre milioni di terminali Pos sparsi in studi e negozi (i primi in Europa). Ma l' 80% dei pagamenti in Italia è ancora in contanti. Appena 4 milioni di pagamenti sono effettuati con le monete elettroniche.
Abbiamo i mezzi ma non li usiamo. Secondo gli ultimi dati di Bankitalia, ogni italiano nel 2017 ha pagato appena 55,9 volte con moneta elettronica. Ben al disotto della zona euro che ha una media di 117,4 operazioni procapite, 141,7 se si considera tutta l' Unione. Un dato in crescita, +13,3% dal 2014. Ma davvero ancora troppo basso se si guardano gli altri. La Francia ad esempio: 179,7 operazioni con carte di pagamento procapite. O l' Irlanda: 189,4. Fino alle 300,5 della Finlandia, o le 250,3 dei Paesi Bassi. Anche i tedeschi usano poco le carte: solo 54,8 operazioni procapite, ma sono i primi a sfruttare l' addebito diretto in banca - 124,8 a testa -. Per gli italiani solo 18.
 

Perché tante carte per niente? «È soprattutto una questione culturale - sostiene Alessandro Zollo, ad di BANCOMAT® Spa -: basti guardare le code in autostrada ai caselli, le più lunghe dove si paga in contanti, ma tutti abbiamo almeno una carta di debito in tasca». C' è, secondo Zollo, «una ritrosia all' innovazione, un timore ad essere controllati e la paura delle frodi, senza capire però che i contanti sono molto più rischiosi».

 

Ma c' è anche quella che Gianfranco Torriero, vicedirettore dell' Abi, chiama «nerolandia» che «purtroppo in Italia ha un peso non indifferente: il contante non è identificabile e spesso soprattutto i piccoli lo preferiscono ai pagamenti elettronici». Perciò, sottolinea Torriero, «è importante creare le condizioni per agevolare e incentivare i pagamenti anche di piccoli importi».

 

Le nuove misure allo studio del governo spingono per una maggiore diffusione dei pagamenti elettronici, soprattutto nel terzo Paese al mondo per numero di smartphone posseduti. Ma, riflette Torriero, «bisogna ideare strumenti ad hoc, magari specifici per le diverse categorie, come ad esempio è stato fatto con il credito d' imposta per i benzinai». Va ricordato che dal 2016 c' è l’obbligo per tutti gli esercenti di permettere i pagamenti con carte elettroniche.

Ma chi non le accetta non incorre in alcuna sanzione.

 

 

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