Euro Digitale: BANCOMAT S.p.A. capofila per la sperimentazione. | BANCOMAT®

Euro Digitale: BANCOMAT S.p.A. capofila per la sperimentazione.

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Una proposta concorrenziale rispetto alle attuali criptovalute

In Europa c' è voglia di moneta digitale, basata sulla tecnologia Blockchain, ma "concorrenziale" dal punto di vista anche delle tutele rispetto alle criptovalute esistenti. A questo proposito la Bce ha avviato ad ottobre 2020 un progetto relativo alla creazione di un euro digitale.
Quindi l' istituto di Francoforte ha deciso di iniziare una fase di sperimentazione pratica (Proof of Concept - PoC) per la quale, lo scorso aprile, ha aperto le candidature ai fornitori di servizi di pagamento, banche e altre società che avessero interesse a parteciparne.
La sperimentazione avrà il fine di testare una transazione end-to-end in Euro Digitale, partendo da un prototipo front-end (che sarà sviluppato dai candidati) fino all' interfaccia con il back-end (gestito dalla Banca centrale europea).
A questo proposito Plus24 ha già scritto su come la Banca d' Italia, in collaborazione con l' omologo istituto tedesco, sta sperimentando alcuni dei segmenti di questa operazione.
Dall' Italia però anche Bancomat Spa si è attivata come promotore di un "gruppo" composto dalle principali banche socie (tra cui Mps, Bnl, Banco Bpm, Bper Banca, Credem, Iccrea Banca, Intesa Sanpaolo, UniCredit) e Nexi (come partner tecnologico).
Dunque accanto al mondo delle criptovalute e degli stablecoin, in cui la criptovaluta dovrebbe essere legata a degli asset, si prospetta la possibilità di una valuta gestita dalla Banca centrale europea. «In questa volontà di affiancare al contante una moneta digitale, c' è una risposta alla crescente digitalizzazione dei pagamenti. Siamo in una assoluta rivoluzione da questo punto di vista», spiega Alessandro Zollo, amministratore delegato di Bancomat Spa, che aggiunge: «Forte del suo know-how e di una soluzione front-end (Bancomat Pay) già presente sul mercato, Bancomat ha presentato un paper per valutare possibili soluzioni - in ottica di provider tecnologico - per supportare i pagamenti che saranno realizzati con la nuova moneta».
Il documento presentato dalla società per illustrare il progetto spiega: «In tutti gli scenari di realizzazione del Digital Euro, indipendentemente dall' utilizzo della tecnologia blockchain, verrà richiesta la presenza di uno strumento che garantisca la gestione e la movimentazione degli euro digitali. Bancomat potrebbe mettere a disposizione il servizio Bancomat Pay per ospitare la nuova operatività in Digital Euro, consentendo così alle banche di offrire alla propria clientela un wallet - App Bancomat Pay o App di Mobile Banking - già conosciuto, senza la necessità di scaricare ulteriori applicazioni e di avere un portafoglio digitale unico per gli acquisti e gli scambi di denaro, a prescindere dalla moneta utilizzata».
Inoltre, aggiunge Zollo: «Bancomat, direttamente o per il tramite di soluzioni di mercato, potrà affiancare al servizio di wallet provider una soluzione di custodia, che consente agli utenti di accedere ai propri fondi e di utilizzarli senza però richiedere una conoscenza dei principi di funzionamento della gestione delle chiavi private e la custodia delle stesse, fornendo sicurezza sugli asset digitali posseduti».
L' accesso ai fondi, in tutti gli scenari individuati finora, è basato sulla Public Key Infrastructure (Pki): il meccanismo crittografico a chiave asimmetrica in cui per ogni utente vengono generate una coppia di chiavi, pubblica e privata, che gestiscono l' accesso e l' account del cliente.
«Esistono al momento diverse soluzioni sul mercato - spiega Zollo - che Bancomat sta valutando per accelerare il goto-market e sostenere la società nella gestione delle chiavi crittografiche degli utenti». Intanto da Bancomat ricordano che c' è un dibattito in corso sul ruolo della banche che potrebbero essere disintermediate dal ruolo della banca centrale europea rispetto all' euro digitale. «Il ruolo di bancomat - conclude Zollo - potrebbe essere un ruolo di soggetto aggregatore, che potrebbe ridurre i costi complessivi per le banche».