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Il vostro BANCOMAT® diventa più digitale

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Un tesoro in portafoglio - MilanoFinanza, 22/12/2018

C’è un tesoro che viaggia ogni giorno con noi, si trova a portata di mano all’interno del portafoglio e ha un potenziale enorme ed è la carta BANCOMAT®. La scommessa immaginata da Alessandro Zollo, che da maggio è amministratore delegato di BANCOMAT®, è proprio questa: trasformare una carta che oggi usiamo per pagamenti tradizionali e per prelevare contanti in uno strumento abilitato a tutti i pagamenti, soprattutto quelli digitali. Una rivoluzione necessaria, per non perdere il passo con i tempi e con i concorrenti, sempre più agguerriti. Il punto di forza della società è il fatto che parte da una massiccia presenza sul territorio italiano, che comprende 37 milioni di carte emesse, corrispondenti a una copertura superiore all’80% del mercato, 1,6 miliardi di pagamenti e oltre 800 milioni di prelievi all’anno. Ora si tratta di sfruttare questo enorme potenziale e crescere conquistando nuove quote di mercato.

 

«Il piano industriale triennale approvato dai soci punta sui canali digitali, in particolare sul mobile payment e sull’e-commerce», spiega Zollo a MF-Milano Finanza. «L’obiettivo è mantenere l’attuale quota di mercato e le funzionalità contactless già attivate, e investire massicciamente sulla smaterializzazione di PagoBANCOMAT®. Puntiamo a portare già in primavera i pagamenti in mobilità sugli oem (original equipment manufacturer)». Gli oem altro non sono che soggetti come Samsung o Apple, per citare i principali, e l’obiettivo è quindi quello di far approdare i pagamenti digitali sui telefonini il prima possibile. «Il 2018 è stato sostanzialmente un anno di passaggio, ma ora il piano prevede 45 milioni di investimenti in tre anni, con un forte rafforzamento delle competenze», spiega Zollo. Il potenziale da aggredire attraverso questi investimenti è ampio.

Nel 2017 i pagamenti digitali con carta in Italia sono cresciuti di oltre il 10%, raggiungendo i 220 miliardi. Di questa fetta, le forme più innovative (dall’e-commerce al contactless payment) nel 2016 rappresentavano il 15%, nel 2017 il 21% e la stima è che siano destinate a crescere ulteriormente. I soli pagamenti tramite smartphone presso i punti vendita (mobile proximity payment) nel 2017 hanno registrato 70 milioni di transato, in netta crescita rispetto ai 10 milioni scarsi del 2016, e il dato al 2020 potrebbe attestarsi fra 3,2 e 6,5 miliardi.

L’obiettivo finale, spiega Zollo, è ampliare progressivamente l’offerta e arrivare in cinque anni a cambiare il mix dei ricavi, oggi tutti basati sui pagamenti tradizionali, puntando a generare circa il 50% del fatturato attraverso i servizi digitali e innovativi». Il primo passo della strategia illustrata da Zollo è avvenuto con la nascita di BANCOMAT Pay®, quando BANCOMAT® di fatto ha acquisito l’infrastruttura tecnologica alla base di Jiffy, il sistema di trasferimento di denaro tra privati di Sia (che conta già 5 milioni di utenti registrati e 2.000 esercizi commerciali aderenti). «Le potenzialità che genereremo con BANCOMAT Pay®, che partirà dal primo gennaio 2019 sono molteplici», spiega Zollo. Di sicuro, specifica l’ad, «continuerà a essere possibile lo scambio di denaro tra privati e un esercente che non abbia il pos potrebbe decidere di ricevere il pagamento attraverso la app, ma la vera killer application sarà la possibilità di pagare su internet».

 

Una volta spiegato, il sistema sembra effettivamente perfetto per diventare una killer application. Immaginiamo un acquisto su Amazon (che potrebbe essere anche Trenitalia o Ticketone): al momento di pagare, accanto alle opzioni classiche (carta di credito, Poste Pay, PayPal, ecc) comparirà anche BANCOMAT Pay®. Una volta selezionata questa opzione verrà chiesto di inserire il proprio numero di cellulare e sul telefono comparirà la richiesta di autorizzazione alla transazione. Basta, gioco fatto. Sta tutto qui, in questo meccanismo di pagamento che non richiede alcun codice ma solo il cellulare, la sensazione di Zollo di poter cambiare il destino di BANCOMAT®, anche perché per attivare tutte queste potenzialità non servirà dotarsi di una nuova carta, ma si potrà continuare a usare il BANCOMAT® che già si possiede, quel tesoro nascosto in tasca. L’ulteriore spinta sarà data dal fatto che BANCOMAT Pay® aderirà ai servizi PagoPa, ossia quelli dedicati alla pubblica amministrazione.

 

«L’operatività partirà dal 1° gennaio, quando andremo a proporre progressivamente a tutti quelli che hanno un conto corrente (non solo una carta BANCOMAT®) i nostri servizi», spiega Zollo. L’azienda è anche al lavoro per attivare diversi «vas», come ad esempio per i pagamenti ricorrenti, come oggi si fa con le carte di credito. Parte del lavoro del 2019 sarà ovviamente legato agli aspetti commerciali, ossia agli accordi con i vari partner per rendere sempre più capillare la possibilità di utilizzare BANCOMAT Pay®. «Puntiamo a completare l’upgrade di almeno il 50% dei pos entro la fine del 2019», stima Zollo, che poi rivendica con orgoglio la decisione di azzerare i costi interbancari per i pagamenti che saranno effettuati con BANCOMAT Pay® inferiori a 15 euro. La crescita avverrà in maniera organica, ma è chiaro che il tema delle aggregazioni sia diventato centrale sia per BANCOMAT® sia per altri operatori del settore. Sul tema, però, Zollo preferisce non esporsi, limitandosi a dire che «ovviamente il successo di BANCOMAT® passerà attraverso lo sviluppo tecnologico». In ogni caso c’è chi è convinto che una volta stabilizzate le prestazioni e una volta effettuato l’ingresso sul mercato digitale, prima o poi BANCOMAT® si sposerà con un altro operatore tecnologico. La logica porta a pensare a un’integrazione con Sia (possibile anche visto che alcuni azionisti sono comuni, cioè banche), ma è evidente che nel frattempo proseguono i movimenti anche di Nexi in cerca di possibili alleanze. Scenari che probabilmente non si concretizzeranno già ne 2019, ma di cui quasi sicuramente si continuerà a parlare. 
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